Urinocoltura: a cosa serve, quando effettuarla e come leggere i risultati
L’urinocoltura – chiamata anche colturale delle urine – è un esame di laboratorio che serve per rilevare la presenza di batteri nelle urine, possibile segno di infezione.
In genere questa può riguardare le basse vie urinarie (cioè vescica e uretra), ma anche le alte vie urinarie (cioè i reni).
L’urinocoltura è il gold standard – l’esame ideale in pratica – per comprendere quale sia il microrganismo responsabile di eventuali infezioni, a prescindere da quale tratto delle vie urinarie queste riguardino.
Bisogna tenere a mente che un’accertata infezione presuppone la presenza di batteri, ma non è assolutamente scontato il contrario. Ecco perché dovrà sempre essere il medico curante ad analizzare il risultato dell’esame.
Quando si deve effettuare l’urinocoltura?
In genere l’esame viene richiesto in presenza di alcuni sintomi riconducibile a problematiche come cistite e non solo.
Tra questi ricordiamo il bruciore durante la minzione, l’aumentata frequenza di minzione, febbre, brividi.
Può anche essere richiesto nel caso in cui il semplice esame delle urine abbia dato un risultato anomalo.
Come si effettua l’esame?
In genere l’urinocoltura si effettua come un semplice esame delle urine. Basterà raccogliere l’urina in un contenitore sterile.
Per effettuare questo esame non è necessario che la raccolta avvenga con qualche precauzione, ma sarebbe comunque preferibile trattenere l’urina per almeno 2-3 ore (meglio ancora per l’intera notte).
Dopo quanto tempo è possibile avere i risultati?
In genere, una volta consegnato il campione al laboratorio, bisogna attendere 1 – 3 giorni per avere i risultati.
Questi infatti sono i tempi tecnici necessari alla coltura delle colonie batteriche/fungine eventualmente presenti.
Come intrepretare i risultati?
Parliamo di esito positivo quando la quantità presente di specie batteriche / fungine è significativa. In generale, l’isolamento di oltre 100.000 ufc/ml di un patogeno urinario è indicativo di infezione, mentre l’isolamento di 2 o più organismi al di sopra di 10.000 ufc/ml può suggerire la contaminazione del campione.
La causa più comune di infezione delle vie urinarie resta comunque l’Escherichia coli, seguita da Klebsiella, Proteus ed Enterobacter.
In ogni caso, dovrà essere il medico curante ad analizzare i risultati e suggerire poi la terapia adatta.
Urinocoltura con antibiogramma
Qualora l’urinocoltura risulti positiva, in genere si procede all’esecuzione di un test di sensibilità agli antibiotici (antibiogramma).
Questa è utile per capire quali farmaci potrebbero essere più efficaci nel trattamento dell’infezione, ecco perché è molto utile ai fini della terapia.
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