Relazione tra diabete ed ipertensione e malattie renali: l’importanza dello screening precoce
Il diabete e l’ipertensione possono portare a malattie renali. Ecco perché, chi soffre di almeno una di queste due patologie, dovrebbe sottoporsi ad uno screening per scoprire precocemente se e quanto i reni possano essere compromessi.
Sappiamo che la malattia renale cronica (identificata spesso semplicemente come CDK) è una patologia molto diffusa in tutto il mondo. Ad esempio, prendendo in considerazione solo l’Italia, sappiamo che circa il 6 – 7% della popolazione adulta ne soffre.
Qui sorge il primo problema: spesso le persone non sanno come riconoscerne i sintomi nelle fasi precoci, perché sono spesso lievi oppure aspecifici.
Ma qual è il nesso tra diabete ed ipertensione e malattia renale?
Il diabete, se non gestito in maniera adeguata, può ledere le strutture anatomiche del rene e, quindi, causarne problematiche.
In modo analogo, l’ipertensione arteriosa può danneggiare danneggiare i vasi sanguigni che irrorano i reni e, in casi estremi, arrivare addirittura a determinare insufficienza renale.
Come diagnosticare in maniera precoce problemi ai reni?
Ecco perché le organizzazioni sanitarie raccomandano ai soggetti affetti da diabete oppure da ipertensione di controllare periodicamente la concentrazione di albumina nell’urina. Questo, infatti, è un indicatore precoce della CDK ed è altamente sensibile.
Sappiamo, infatti, che anche piccole quantità di albumina nell’urina possono essere indice di malattia renale.
Nonostante ciò, però, un recente studio condotto dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Health ha evidenziato come molte persone esposte al rischio di sviluppare malattie renali non si sottopongono a questo esame.
Gli studiosi, infatti, hanno esaminato le cartelle cliniche di più 1 milione di soggetti adulti affetti da diabete e di oltre 2 milioni di adulti ipertesi, ma non diabetici provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo era quello di valutare quanti di questi soggetti si erano sottoposti, nell’arco di due anni, al test dell’albumina urinaria per lo screening precoce delle malattie renali.
Il risultato finale ha evidenziato che solo il 4% dei soggetti ipertesi ed il 35% di quelli affetti da diabete avevano eseguito il test.
Il problema, però, non è da sottovalutare: in assenza dello screening per rilevare precocemente il danno renale, i pazienti con ipertensione e/o diabete potrebbero non ricevere i trattamenti adeguati per ridurre il rischio di sviluppare patologie renali o per rallentarne la progressione. Ecco perché è necessario che ci sia più informazione su questi punti.
L’autore del succitato studio, Jung-Im Shin, MD, professore ausiliario al dipartimento di Epidemiologia presso la Bloomberg School of Health, ha affermato che esistono nuovi trattamenti per i pazienti con albuminuria, inclusa una classe di farmaci noti come inibitori SGLT2, apparentemente efficaci nel preservare la funzionalità renale. Scoprire quindi di avere questa problematica in tempi brevi, quindi, può scongiurare rischi a lungo termine.
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