I problemi legati alla tiroide: ipotiroidismo ed ipertiroidismo
Come abbiamo già detto, la tiroide è una ghiandola endocrina, che si trova nella parte anteriore del collo ed è costituita da due lobi, uno destro e uno sinistro, uniti tra loro da uno stretto ponte, un istmo. La tiroide, come tutte le ghiandole endocrine, produce ormoni, a base di tirosina, che contengono rispettivamente 4 e 3 atomi di iodio. Ma cosa succede se produce troppi oppure troppo pochi ormoni?
Ipotiroidismo
Se la tiroide non produce abbastanza ormoni tiroidei si manifesta una condizione chiamata ipotiroidismo. Nelle fasi iniziali, l’ipotiroidismo raramente provoca disturbi ma, col passare del tempo, se non curato, può causare una serie di problemi di salute, come obesità, dolori articolari, infertilità e malattie cardiache. Ne possono soffrire sia uomini che donne, anche se è più comune tra le donne, soprattutto al di sopra dei 60 anni di età.
La terapia dell’ipotiroidismo, di solito, è semplice, sicura ed efficace e comporta l’assunzione per bocca, tutti i giorni, dell’ormone tiroideo T4 (levotiroxina) in pasticche in modo da ripristinare adeguati livelli di ormone, togliendo i segni e i disturbi (sintomi) dell’ipotiroidismo.
Ipertiroidismo
Quando la tiroide produce troppi ormoni tiroidei si manifesta una condizione chiamata ipertiroidismo che causa una serie di disturbi (sintomi), quali nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso, battito cardiaco rapido o irregolare.
La terapia dell’ipertiroidismo dipende da diversi fattori come l’età, la condizione fisica, la causa e la gravità della malattia. In genere, i farmaci consigliati sono: iodio radioattivo, farmaci anti-tiroidei, oppure beta-bloccanti.
Molte sono le possibili cause, la più comune è il morbo di Basedow – Graves, una malattia autoimmune che può colpire a qualsiasi età, in cui il sistema immunitario riconosce come estranea all’organismo la tiroide e la attacca producendo degli anticorpi contro il recettore del TSH (TSH-receptor antibodies, TRAb) situati sulle cellule tiroidee. I recettori vengono stimolati dagli anticorpi e inducono una iperproduzione di ormoni tiroidei, T3 e T4. Ha una prevalenza media che si aggira tra lo 0.5 ed il 2% della popolazione e predilige il sesso femminile. Viene diagnosticato tramite il dosaggio ematico di TSH, FT3 ed FT4 e mediante ecografia tiroidea. In casi più rari, si può utilizzare anche la scintigrafia tiroidea con 99mTc.
La tiroidite di Hashimoto
La tiroidite di Hashimoto è un’infiammazione autoimmune cronica della tiroide. Si ritiene che la patologia sia dovuta a una reazione autoimmune attraverso cui l’organismo attacca le cellule della tiroide.
La tiroidite di Hashimoto è il tipo di tiroidite più comune ed è la causa più frequente di ipotiroidismo. In pratica, l’organismo attacca sè stesso, la tiroide viene invasa dai globuli bianchi e vengono creati anticorpi che attaccano la tiroide (anticorpi antitiroidei).
In circa il 50% dei soggetti con tiroidite di Hashimoto la tiroide è inizialmente ipoattiva. Nella maggior parte del restante 50%, la tiroide funziona normalmente all’inizio (anche se in un numero ridotto di soggetti, la ghiandola inizialmente diventa iperattiva) e, in seguito, diventa ipoattiva.
Alcuni soggetti con tiroidite di Hashimoto presentano altre patologie endocrine, come diabete, ghiandole surrenali ipoattive o paratiroidi ipoattive e altre malattie autoimmuni, come ad esempio anemia perniciosa, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren o lupus eritematoso sistemico (lupus). Come si diagnostica? Tramite esami della funzionalità tiroidea.
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